Ventoso il monte e l’animo
Tra le domande che molti appassionati di montagna si pongono, ricorre spesso quella sulla nascita dell’alpinismo. Chi è stata la prima persona che ha deciso di raggiungere una vetta? Di sfidare l’ignoto? Di guardare il mondo circostante da un più elevato punto di vista? E perché l’ha fatto? Che cosa ha ottenuto, o maturato, o raccontato, o nascosto, o imparato, o tramandato, da quella scelta individuale? Oppure c’è stata, in un tempo a noi ignoto, un’impresa collettiva? E perché non ce ne è arrivata traccia?
Tra queste, e tra tante altre domande che si accavallano, rimane da individuare il rapporto tra il fare e il dire, tra l’esperienza effettuata e la tradizione orale, o gli scritti, per tramandarla; sempre che l’esperienza sia stata considerata degna di essere raccontata.
Ci conforta allora sapere che a inaugurare (o quasi) la narrazione di una esperienza alpinistica portata a termine, sia stato uno dei maggiori scrittori della letteratura europea: Francesco Petrarca.
In attesa che qualche persona voglia approfondire l’argomento, come benvenuto sviluppo (o critica) di questo scritto, ecco il racconto dell’esperienza di Petrarca, che prende spunto proprio da una sua lettera.